Selezione testo per la Notte Nazionale del Liceo Classico - testo di Giorgia Di Vita IVD


Quella mattina, come sempre, stavo andando a scuola. Ma la solita strada, le solite case, i soliti negozi, era come se non li ritrovassi più. Uomini in chitone o in clamide e donne in lunghi pepli mi camminavano accanto. Imponenti edifici bianchi si ergevano tutt’intorno, con colonne doriche, ioniche e corinzie. Osservando meglio queste strutture titaniche, si notavano rappresentazioni in bassorilievo di scene mitiche, colorate in blu, rosso e oro.
Mi fermai un attimo. Ero appena scesa dall’autobus, quindi mi trovavo di certo ad Agrigento, ma la fermata non c’era più. Guardai le mie compagne, con le quali ero solita prendere l’autobus. Non indossavano i soliti vestiti, non potavano lo zaino in spalla e non tenevano il cellulare in mano: avevano anch’esse addosso dei lunghi pepli bianchi, bracciali dorati e sandali di cuoio ai piedi.
Abbassai lo sguardo su di me… eh sì, anch’io ero vestita in quel modo.
Per me si trattava di un giorno speciale: il mio compleanno. Desideravo qualcosa di unico, ma quello era quasi inquietante.
Non sapendo cosa fare, seguii gli altri verso la scuola.
Quando fummo arrivati, trovammo all’ingresso gli spiriti della scuola pronti ad accoglierci: Areté, spirito di virtù, eccellenza, bontà e valore; Elpis, spirito di speranza e attesa; Philophrosyne, spirito di gentilezza, benvenuto, amicizia e benevolenza; Techne, personificazione dell'arte, della tecnica e dell'abilità del fare; Sophrosyne, spirito di moderazione, auto-controllo, temperanza e discrezione; Eucleia, spirito della buona reputazione e della gloria.
Attraversammo l’atrio e, giunti in classe, iniziò la lezione. Durante questa dovevamo prendere appunti su tavolette cerate, ma io non riuscivo a seguire: passai tutta la giornata scolastica cercando di rendermi conto del luogo in cui mi trovavo ed escogitando un piano per ritornare a casa. Quando gli spiriti ci avvisarono che le lezioni erano terminate, cercai di raggiungere più velocemente possibile quella che fino alla mattina era stata la stazione degli autobus, ma fui bloccata dall’intera classe la quale mi “ricordò” che, essendo il mio compleanno, dovevo preparare i sacrifici agli dei, al fine di un buon auspicio. Non sapevo minimamente di cosa stessero parlando: quel di cui sono certa è che in meno di un minuto mi ritrovai nel giardino della scuola a raccogliere frutti di stagione, destinati alla dea Demetra per la festività dell’Aloe.
Dopo circa un’ora di raccolta, salimmo in aula e mangiammo qualche frutto. Poi ci recammo in cucina per preparare la torta di compleanno: in realtà non si trattava di un vero e proprio dolce, bensì di una sorta di focaccia al miele, tonda come la luna. La preparazione non fu particolarmente complessa, al contempo però la cottura durò tutto il pomeriggio. Terminata quest’ultima, ci dirigemmo a piedi verso il tempio di Demetra. Durante il tragitto mi feci spiegare cosa avrei dovuto fare una volta arrivata.
Nel momento in cui arrivammo, trovammo a presiedere la cerimonia di sacrificio: Alke, spirito di prodezza e coraggio; Armonia, dea dell'armonia e della concordia; Dikaiosyne, spirito di giustizia e correttezza; Ebe, dea della giovinezza; Eleos, spirito di pietà, misericordia e compassione; Epiphron, spirito di prudenza, accortezza, pensosità e sagacia. Questi posero sulla torta delle candeline per allontanare gli spiriti malvagi e impedirgli di interferire durante il corso del rituale.
Di tutta quella situazione assurda ciò che mi stupì veramente furono le candeline: sembra banale ma non avrei mai immaginato che gli antichi Greci usassero le candeline.
Al calar del sole, misi la torta e i frutti raccolti la mattina sull’altare sacrificale. I sacerdoti e le sacerdotesse accesero un fuoco e tutti insieme aspettammo che esso divampasse, simbolo dell’approvazione degli dei. Infine mangiammo e danzammo allegramente, sotto lo sguardo disgustato degli spiriti del male.
Dopo poco Hypnos, il dio del sonno, mi colse e venni avvolta dagli Oneiroi, gli spiriti dei sogni.
Subito mi apparve Demetra in un campo di grano, che mi domandò quale fosse il mio desiderio di compleanno. Io risposi che volevo semplicemente tornare a casa. Poi una luce radiosa mi abbagliò e non sentii più nulla.