Quella
mattina, come sempre, stavo andando a scuola. Ma la solita strada, le solite
case, i soliti negozi, era come se non li ritrovassi più. Uomini in chitone o
in clamide e donne in lunghi pepli mi camminavano accanto. Ero immersa in una
realtà che mi stravolgeva, non capivo cosa stesse succedendo intorno a me; ma
quella stessa realtà sembrava così vicina al mio mondo, mi sentivo a casa... la
casa di qualche millennio fa. Anche la scuola era così diversa, le pareti erano
in argilla con qualche ritocco di marmo, i professori erano vestiti in maniera
“strana”, indossavano lunghi chitoni di svariato colore, dal rosso al porpora,
dal giallo al turchese, ma quella stranezza
a me sembrava molto familiare. Entrando in classe, avevo trovato i miei
compagni, anch'essi con abbigliamenti ambigui; tutto questo mi sembrava
surreale, mi sentivo all'interno di una festa in maschera dove si concorreva
per il travestimento più stravagante.
Sopra
il mio banco, al posto di penne e quaderni, avevo trovato una tavoletta con
sopra della cera ed al suo fianco una stilo: davanti a tutto ciò, la confusione
cedeva il posto alla meraviglia, non potevo credere ai miei occhi, mi sentivo
catapultata all'interno della storia.
Fu
così che improvvisamente sentii pronunciare il mio nome dalla professoressa; il
mondo meraviglioso che mi circondava fino a qualche secondo prima, era svanito
in un attimo, ed ecco che mi ritrovavo seduta sulla mia sedia, dietro al mio
solito banco e osservata da tutta la classe, che adesso era vestita seguendo la
moda del 2018.
Mi
era ricapitato; la spiegazione della professoressa aveva così tanto travolto me
e i miei pensieri che ero riuscita ad entrare in Grecia, tra la sua gente, le
sue tradizioni e le sue bellezze. Come me, anche molti dei miei compagni erano
riusciti a cambiare realtà, catapultandosi ognuno in un posto differente
dell'Antica Grecia: chi era finito tra i cantieri dei templi che si ergevano
nell'Acropoli, chi immaginava di conoscere grandi autori come Omero,Eschilo o
Euripide, e chi sacrificava animali in onore di Demetra.
Il
Liceo Classico non è solamente una scuola superiore ma è una scelta di vita, è la scelta di vedere
il mondo in una maniera diversa e di
differenziarsi
dalla massa, dalle ostilità e dalle impurità del mondo. Il Liceo Classico insegna dei valori
fondamentali nella vita, quindi scegliere il Liceo Classico è una garanzia per
il futuro, per gli uomini e le donne che saremo tra qualche anno e che dovremmo
essere le basi fondanti di una nuova società giusta e ricca di valori. Questa
scuola fa nascere in ognuno di noi la vera “umanità” dell'uomo, un po' come l'humanitas di Terenzio che nelle sue
commedie punta alle “cose belle della vita” e così che anche noi dovremmo
pensare alle cose belle della vita, al nostro “scopo” e dovremmo cercare di
dare sempre il massimo e proprio in questo ci aiuta il Liceo Classico.
Concludo
dicendo che il Liceo Classico è una grande famiglia che abbraccia tutti noi ragazzi,
con le nostre differenze, con le paure che ognuno di noi ha, con i nostri pregi
e difetti; fare parte di questa grande famiglia è un onore e una fortuna per
noi stessi che possiamo crescere, così, in modo sano.